Nel palazzo di Clemente VII
“Semper. Bagnoli, Bianchi, Salvadori nel palazzo di Clemente VII” invita i tre artisti a intervenire all'interno di Palazzo Medici Riccardi. Il titolo dell’esposizione, curata da Carlo Francini, Sergio Risaliti e Francesco Vossilla, si ricollega al contesto del palazzo, luogo denso di storia in cui la parola semper ritorna in alcuni stemmi, nonché sul basamento della scultura Orfeo che placa Cerbero di Baccio Bandinelli, posizionata nel cortile di Michelozzo, in cui il soggetto mitologico è anche epitome della figura dell’artista.
Salvadori, Bagnoli e Bianchi sono chiamati a vivere e a trarre ispirazione da questa suggestiva dimora, realizzando delle opere da porre negli spazi aperti del palazzo. Salvadori colloca al centro del cortile dei Muli
Continuo infinito presente, 1985 (2007), che qui con i suoi diciassette anelli concentrici itera la “natura sempiterna della geometria”, e un monumentale Nel momento, 1985 (2009), di due metri per lato in piombo. Quest’ultimo è collocato sulla cornice di pietra di una finestra che si affaccia all’interno del cortile, posizionato secondo una nuova conformazione data dalla rotazione dell’asse che rende l’elemento quadrato un rombo. L’usuale gioco di luci e ombre di
Nel momento è intensificato grazie a un espediente: Salvadori chiede che sia rimosso l’infisso della finestra in modo che l’oscurità sia creata dallo spazio retrostante. “Il nero della cavità – il buio della stanza retrostante – funge da elemento strutturale, dando volume e consistenza all’oggetto, operando dunque come elemento formale”, afferma Lorenzo Giusti qualche anno dopo. “Utilizzando un elemento architettonico preesistente Salvadori anima il lavoro, integrandolo nell’ambiente, reinterpretandolo all’interno di un sistema variabile di relazioni”.
(Laura Conconi e Maria Corti, Cronologia, in Remo Salvadori, a cura di Antonella Soldaini, Skira, Milano 2025, pp. 426-427)
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