Un'epifania a ritroso
"L’intervento dell’artista consiste in una sorta di riconoscimento post-epifanico. L’opera dà luogo ad un’epifania a ritroso. Quel che non si è mai dato o di cui non è restato alcuna traccia viene rivelato dall’opera. A questo modo l’opera sembra celebrare quel che apparentemente non c’è ed è, appunto, ‘continuo’ ‘infinito’ e ‘presente’. Di questo l’opera non è tanto la manifestazione, quanto l’indice. A Montellori il processo si fa esplicito: il giardino preesiste all’opera e l’opera lo segna. L’arte di Salvadori acquista un senso che, pur non scardinandone la storia, la muove in un’altra direzione, che è la direzione del mondo nel suo farsi e del tempo nella sua immanenza. Operando un innesco su una tradizione nobile e antica, tuttavia fa sì che l’arte non si riduca a una proliferazione di simboli, o alla loro sovrapposizione sostitutiva, ma sia un rilevatore di potenza."
(Pier Luigi Tazzi, Cinque note, in Remo Salvadori. Continuo Infinito Presente / Continuous Infinite Present. 21 maggio 2006, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera 2007, p. 143)
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