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"Fotografia come analisi"

Il pensiero è in vacanza
"L'episodio è avvenuto a Torino il 3 maggio 77. Quattro artisti - Mario Merz, Giulio Paolini, Marco Bagnoli, Remo Salvadori - hanno realizzato, per un unico spazio (la sala, vuota e buia, del Teatro Gobetti) e per un breve tempo di esposizione (dalle sei alle otto di sera) quattro lavori - ognuno il suo - lavori diversi e autonomi che insieme hanno composto un unico 'concerto', mentale e visuale - suggestivo, in una forma di spettacolarità sottile - per chi ha avuto la fortuna di essere presente. [...] Un'esperienza 'collettiva' che rivela riferimenti a metodi più propri alla filologia letteraria e alla coniugazione del pensiero filosofico e analitico, quindi all'entità tempo, che non all ambito strettamente pittorico. Eppure l'immagine che ci apparve 'in un colpo solo' era evidente, dunque senza tempo. A prima vista (quella che conta) qualcosa induceva a pensare istantaneamente che quell'agire intersoggettivo comportava il risultato unitario come contemporaneità di 'conclusione'. E questa, cos'altro è se non evidenza e immantinente pittorico dell' 'istante dello sguardo'? (Lacan).
Un laser rubino traversava diagonale la penombra disposta ovunque. La retta assoluta s'arrestava su una pergamena affissa ai vetri dell'androne, sulla quale si scorgeva disegnato lo 'scarabeo d'oro'. La visione porta dentro il racconto di Poe che a Merz è sembrato sempre uno strano tipo. [...] Alla soglia posta da Salvadori 'il pensiero in vacanza' moltiplicava analogie e rispecchiamenti rischiosi da verificare. Ci si poteva perdere per un istante nei climi bretoniani e riconoscere i profili dell'animale vegetale, il non finito-disegnato continuamente dalla potatura della siepe come nei giardini all'italiana."
(Bruno Corà, Le relazioni inquietanti. A Torino bagnoli + merz + paolini + salvadori, in “Domus”, n. 572, luglio 1977, p. 52)